IN RICORDO DI OVIDIO TILESI
del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci
Il giorno 30 dicembre 2016 ci ha lasciato l’amico fraterno Ovidio Tilesi, magistrato della Corte dei conti.
È voluto tornare nella sua Amatrice, che tanto aveva amato in vita e dalla quale mai era riuscito a distaccarsi completamente.
L’incontro che suggellò la nostra amicizia avvenne nel lontano 1970, dopo che ebbe letto uno dei miei primi lavori Il ricorso gerarchico improprio: un’amicizia duratura e sincera che mai cessò di essere tale.
Studioso serio, coscienzioso e colto affrontava i problemi giuridici dopo accurati approfondimenti e attente riflessioni. Dote particolarmente apprezzabile era anche la sua innata modestia, non disgiunta da un tratto riguardoso, affabile e misuratamente ironico.
La sua sete di sapere era incontenibile e non posso dimenticare i suoi sentimenti di gratitudine quando, in occasione della preparazione agli esami di magistrato, lo spinsi a studiare i due toni della Teoria generale dell’interpretazione di Emilio Betti che, mi confessò, gli avevano aperto orizzonti non immaginabili.
Profondo conoscitore delle opere poetiche del Leopardi, mi sottopose un suo pregevole commento dei carmi “Ultimo canto di Saffo” e “Consalvo” che ne rivelava in pieno la singolare sensibilità.
Lo volli come collaboratore alla Cattedra di Diritto pubblico dell’economia nella Facoltà di Economia dell’Università “La Sapienza” di Roma dove partecipò assiduamente, con competenza e passione, all’attività didattica. Un suo saggio, “La Costituzione economica”, venne inserito nel volume Scritti di diritto pubblico dell’economia, edito nel 2006.
Caro Ovidio, il male del secolo ti ha strappato alla tua famiglia ed agli amici, ma il tuo prezioso ricordo resterà perennemente vivo in me e in quanti seppero apprezzarti e stimarti.