Ho ricevuto oggi dall’amico Consigliere Tivelli, Presidente dell’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini queste ulteriori precisazioni. “Confermo sostanzialmente tutto quanto ho scritto nell’articolo in replica al pur ottimo e ben argomentato, come sempre sul piano giuridico, articolo dell’amico Presidente Sfrecola. Devo però testimoniare che ho riflettuto su un punto delle sue argomentazioni. Forse è vero che negli ultimi dodici anni, ad esempio, ma non solo in quelli, si è consolidata un po’ troppo una schiera di Capi di Gabinetto o di Capi ufficio legislativo, per certi versi, valida i quali con una tendenziale buona impronta tecnica, ma con non pochi tecnici un po’ troppo strettamente graditi alla sinistra o in qualche modo un po’ troppo vicini al PD. Su questo ho avuto anche un interessante confronto intellettuale con uno dei pochi ministri davvero di valore di questo governo, Guido Crosetto, che la pensa un po’ diversamente da me su questi aspetti, ma su cui dura da molto un bel confronto politico e culturale.
Posso, quindi, capire l’esigenza, anche se non dispongo della mappatura attuale dei Capi di gabinetto in carica, perché ho troppe altre cose di cui occuparmi, di pensare ad un tendenziale rinnovamento delle file non so quanto folte tra cui si scelgono le figure dei Capi di gabinetto. Però senza esagerare.
Qualcuno mi chiese, ad esempio, se fossi disponibile personalmente ad entrare nell’elenco dei possibili Capi di gabinetto di questo governo collazionato da un partito della coalizione, e cortesemente mi rifiutai. Non tanto e non solo per prevenzione, non tanto e non solo perché amo la libertà ed “ho già dato” in funzioni a vario titolo di civil servant in seno ad una carriera svolta per due terzi nella mia carriera originaria di Consigliere parlamentare della Camera dei deputati e per un terzo come Capo di gabinetto e Consigliere parlamentare della Presidenza del Consiglio. Spesso non mi pareva, inoltre, un esempio di stile una certa effettiva politicizzazione della scelta dei Capi di gabinetto.
Spero che il dibattito prosegua dopo il rilancio da parte dell’amico Sfrecola, dopo l’ottimo intervento di Luigi Fiorentino, perché sarebbe il caso che vari Capi di gabinetto, in carica o non in carica, si assumessero anche la responsabilità di qualche pur deontologica presa di posizione pubblica.
Non è che può bastare solo l’arte del giocare a nascondino e dello stare zitti, anche perché nella mia vita ho trovato splendide figure di uomini del silenzio (sto pubblicando un libro proprio su questo, “I segreti del Potere. Le voci delle donne e degli uomini del Silenzio”, Rai Libri) ma non pochi, anche nel nostro mondo tendono a stare zitti perché sostanzialmente sono poco abituati a pensare o non hanno nulla da dire, o per eccesso di furbizia o perché stando zitti sperano che i decisori li considerino più importanti. Forse c’è anche qualcuno che sta zitto affinché non si capisca il suo vero valore. Trovo molto interessante ed originale questo confronto di idee maturato tra un liberale cavouriano tendenzialmente monarchico e il presidente della Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini, che ovviamente ha una chiara tendenza, pur intesa in senso molto largo, “repubblicana” (e non certo monarchica), che ha attinto molto di più quanto ai grandi uomini del Risorgimento da Mazzini e da Cattaneo, che da Cavour, pur avendo un profondo rispetto per il suo ruolo fondamentale… Non so se Salvatore stia facendo girare a sufficienza tramite il suo bel sito l’avvio di questo confronto, ma spero che il confronto si allarghi e si sviluppi, perché è uno di quei magici casi in cui davvero oportet ut scandala eveniant“.